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Lo sport che (non) ci piace

Io sono tra gli ignoranti. Non sapevo che mercoledì 23 ottobre alle ore 15.30 si giocherà allo stadio comunale di Itri una partita tra Itri Calcio e Gaeta, match della Coppa Italia Eccellenza che vedrà scontrarsi due club sportivi assieme (in maniera ideale) alle rispettive città.

Però, come si sia potuti passare dal calcio alla guerra, dallo sport all’offesa, non è dato sapere. Infatti nella giornata di ieri, mercoledì 16 ottobre, è apparso su Instagram un post non proprio edificante, poi rilanciato su Facebook, con le testuali parole:

Mercoledì 23 sarà un piacere bruciare il vostro castello [di Itri] mentre assaltando rideremo: Itrano bastardo sei tu.

Post Instagram di Ultras_Gaeta

Ci uniamo al coro (unanime) di condanna verso tali parole. Il calcio, e lo sport più in generale, dovrebbero fare emergere la parte bella delle persone e delle comunità. Il post pubblicato, come era prevedibile, ha trovato in queste ore dure condanne, oltre che nel mondo dello sport locale, anche nei commenti sui social network tanto che il profilo Instagram Ultras_Gaeta è scomparso dal social:

Sulla questione è intervenuto, sempre a mezzo social, il presidente dell’A.S.D. Gaeta Marco Crocco con queste parole:

Mi dissocio, sia a nome personale che di tutta la società ASD Gaeta, da questi messaggi ignobili. Credo fortemente che il calcio debba esprimere sentimenti nobili e valori educativi, che in nessun caso si sposano con frasi offensive nei confronti di tifoserie oltretutto vicine e amiche.

Il calcio può esprimere emozioni forti, legate al successo e alle sconfitte, ma pur sempre in un contesto sano. Le persone a cui appartengono tali affermazioni non hanno nulla a che fare con il gioco del calcio che il nostro Gaeta intende portare avanti.

Il nostro è e rimarrà un progetto di calcio giocato, contornato da valori puliti, di festa, di amicizia e serenità. Non ritengo, tanto più, che i nostri tifosi, quelli veri, possano essere accomunati in qualsiasi modo a queste brutte affermazioni. Molti di loro li conosco personalmente e sono orgoglioso di loro e di quello che stanno facendo. Non permetteremo a nessuno di intralciare il nostro percorso.

Ringrazio chi ha scritto questi orribili messaggi per averci dato la possibilità di rimarcare i nostri sentimenti e valori sul calcio che il nostro Gaeta intende portare avanti e non smetterò mai di ringraziare i nostri tifosi, quelli Veri, che con molti sacrifici continuano ad essere sempre vicini alla squadra.

https://www.facebook.com/marco.crocco.7334/posts/143599250286321

Al presidente Crocco, ha risposto in parte l’ingegnere Vincenzo Ialongo come riportato da Antonio Pio Marzullo, direttore di Sportgaetano.it:

Ben vengano le parole del presidente Crocco e della conseguente e netta presa di posizione societaria rispetto al comportamento degli ultras biancorossi,  bisogna però considerare che quando i ragazzi sbagliano a volte sono indotti all’errore dall’esempio degli adulti. Gli addetti ai lavori, in particolare certi aiutanti tecnici, dovrebbero essere consapevoli che certe prese di posizione non fanno altro che alimentare comportamenti eccessivi e malsani.

Insomma, una specie di botta e risposta virtuale che è segno di malessere reale nel mondo del calcio e dello sport. Siamo convinti che i rimedi virtuali come un post, una story, una rettifica non bastano. Forse è arrivato il momento che tutto il mondo del calcio locale, non meno di quello nazionale o internazionale, dia un segnale, prenda posizione e torni allo sport che ci piace, quello in cui alla fine ci si stringe la mano, senza l’ansia del risultato e della lotta all’avversario. Lo ha scritto, sempre su Facebook (ovviamente!), una persona con una semplice e utile proposta. Ci penseranno le due tifoserie mercoledì prossimo?

Propongo che le tifoserie assistano insieme alla partita, e che a fine gara, i due presidenti si abbraccino, vada come vada la partita. Di scemenze se ne sono già scritte troppe, la vita è troppo bella, per essere rovinata da una partita di pallone.

Commento su Facebook, 16/10/2019

Maurizio Di Rienzo

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